La misoginia
Il termine misoginia, derivante dal greco μισέω (= io odio) e γυνή (= donna), indica un sentimento ed un conseguente atteggiamento d'odio o avversione nei confronti delle donne, generalmente da parte di uomini.
“Chi si affida ad una femmina, si affida ai ladri” (Esiodo Le opere e i giorni, v.375)
La Grecia è oggigiorno conosciuta per la sua eredità culturale, scientifica, politica e la filosofiξa, ma essa è anche stata una società profondamente misogina. La vita delle donne era infatti controllata da una delle autorità maschili della sua famiglia. Questo tipo di atteggiamento nei confronti delle donne era assunto soprattutto ad Atene: ”Una giovane ragazza ateniese di buona famiglia viveva sotto una sorveglianza strettamente rigorosa; doveva vedere , meno cose possibili, capirne il meno possibile, porre meno domande possibili” (estratto dall’Economico di Senofonte).
In tutti gli antichi racconti delle leggende Greche, è sempre l’uomo che detiene il ruolo di eroe mentre la donna deve accontentarsi di essere la madre, la sorella, o la ragazza dell’eroe.
E’ il poeta greco Esiodo a raccontarci la storia della creazione del γῆνος femminile: ”Zeus che tuona nelle nuvole, per la grande disgrazia degli uomini mortali ha creato le donne”
Esiodo fu considerato un poeta misogino e questo suo lato ci è mostrato dalla scrittrice Cristiana Franco nel suo saggio Senza ritegno - Il cane e la donna nell’immaginario della Grecia antica1. Egli infatti descrive Pandora, progenitrice e primo esemplare del Genos, come una figura dai tratti canini datigli da Hermes e considerati un dono infido, poiché nella Grecia antica il cane compariva in immagini negative. Infatti, nonostante il cane fosse apprezzato e presente nella vita quotidiana, era l’emblema della mancanza di ritegno proprio perché era l’unico animale a cui si richiedeva di averlo. Non è allora un caso che tratti canini appartenessero a Pandora: nell'immaginario maschile un parallelismo strutturale accomuna le due figure, parimenti domestiche e subordinate, della donna e del cane, cui ci si affida con diffidenza.
Questa descrizione non era, però, solamente il frutto della fantasia di un poeta misogino, ma costituiva l’espressione di un modello ampiamente diffuso e profondamente radicato nella cultura dell’età antica. La donna era inoltre considerata da Esiodo un elemento parassitario, una “bocca da sfamare” e un elemento inerte poiché secondo la morale esiodea, fondata sulla necessità del lavoro agricolo; coltivare i campi significava guadagnarsi da vivere con onestà e giustizia e perciò chi, come una madre o una moglie, mangiava senza aver faticato “viveva di rapina”.
Considerazione della donna oggi
Ai giorni nostri, rispetto al passato, la donna non è più considerata solo come un oggetto e quindi non considerata all’interno della società, ma è invece presente in tutti i diversi tipi di ruoli. E’ presente nel mondo imprenditoriale, ma anche in politica e grazie alle sue capacità ottiene grandi successi in tutti i settori in cui opera.
Tuttora restano comunque delle persone che considerano la donna come un semplice oggetto e il suo ruolo, nonostante nel corso della storia sia stato rappresentativo sia nel sociale, che nella famiglia, è stato sminuito e infangato da avvenimenti di cronaca nera.
La condizione della donna è cambiata soprattutto negli ultimi due secoli, nei quali, in Occidente, si è quasi raggiunta la parità dei sessi.
In Oriente, al contrario, la situazione non è affatto cambiata e sotto certi aspetti è pure peggiorata. Infatti le donne musulmane (quelle che si possono definire le meno sfortunate) sono costrette a vivere appoggiate al marito, costrette a coprirsi completamente e nel caso di morte del marito a vivere di elemosina. In India, molte donne sono considerate ancora delle streghe e quindi sono maltrattate e tormentate fino alla morte.
1 - http://www.ibs.it/code/9788815094186/franco-cristiana/senza-ritegno-cane.html